Ciao Flavio, come stai?
Sono stato meglio in passato. Sono stato meglio in questi 12 anni chiuso nel cassetto… cioè, nella memoria esterna dell’hard disk dove mi avevi relegato. Sì, stavo bene, ero tranquillo, mi godevo l’anonimato, la compagnia dei miei amici immaginari. Ora non saprei, mi sento stranamente sotto pressione, temo di fare le cose sbagliate, dire le cose sbagliate, deludere le persone che hanno creduto in me. Perciò sono nervoso, ho uno sfogo cutaneo su una mano, e mal di testa, sì, ho un mal di testa pazzesco. Non sono in forma, ma a quanto pare hai deciso di farmi giocare lo stesso, e be’ vedremo come andrà.
Ti presenti da solo o permetti che lo faccia io?
Faccio io. Tu hai fatto abbastanza danni. A sentire te sono fatuo, gaudente, debole di volontà e troppo serio. O era triste? Da qualche parte nel romanzo qualcuno dice questa battuta. Comunque… mi chiamo Flavio Attoma, ho… avevo circa 25 anni all’epoca in cui hai scritto la storia, visto che ne sono passati 12, adesso dovrei averne 37/38. Ma non funziona così o sbaglio? Ho sempre 25 anni, giusto? Sono alto, biondo e con gli occhi azzurri (questa è capitata, giuro, non ho potuto farci niente), fisico atletico (visto che sono un atleta)… Faccio il calciatore, gioco in una squadra di serie A (ma non so quale); sono nato al sud, in un piccolo paese senza nome dove però c’è sicuramente il mare, e mi sono trasferito in una grande città del centronord dove invece il mare non c’è. Che più? Ho una ragazza, o forse due. Amo da morire il calcio e sono felice solo quando posso giocarci. Possibilmente bene. Mi piace vincere, ho un rapporto controverso col telefono. Ah, e sono molto, molto pignolo.
Com'è stata l’esperienza di questo romanzo?
Traumatica. Mi sono sentito sezionato, osservato, giudicato. Ho avuto crisi di identità multiple. Sono cambiato molto. Sono cambiato spesso. Sono stato letteralmente messo in mezzo a situazioni grottesche, imbarazzanti, persino tragiche e me ne sono dovuto assumere la responsabilità anche se non era colpa mia. Cioè non sempre.
Com'è il stato tuo rapporto con gli altri protagonisti e quale tra loro è il tuo preferito?
Uhm… travagliato? Sai che, alla fine, non ho ben capito chi erano veramente gli amici e chi i nemici? Alcuni, devo dirlo, mi sono stati sulle balle fin dall’inizio, ma non fraintendermi, non è come sembra nel romanzo… per esempio, tra Cristiana e Lei, preferisco Cristiana, o Stella Milati, nemmeno Sabrina mi è dispiaciuta tanto, a essere onesto. Tra il mister Minarsi e il coach Valiani, preferisco quest’ultimo… Tra Bulli e Ghedin… preferisco Ghedin. Andrea è il personaggio migliore di tutti, lo vorrei come migliore amico nella vita vera. Se avessi una vita vera.
Qual è la parte del romanzo che ami di più?
Il finale… non vedevo l’ora di arrivarci!
La caratteristica del tuo personaggio che più ti piace e quella che invece detesti?
Detesto il fatto di pensare molto, anche perché credo che sia la causa delle mie emicranie. Invece mi piace… ah, no… non posso dire che non c’è proprio niente di me che mi piace, ma non vorrei sembrare troppo presuntuoso. Già sono alto, biondo e con gli occhi azzurri. E molto ricco. E molto figo. E ho una Porsche. Ecco, questa cosa della Porsche, anche se la maggior parte delle volte scrivevi porche – e per carità a me andavano bene anche le porche, non preoccupatevi – insomma ‘sta cosa della Porsche mi piace tantissimo.
Ma preferisci essere chiamato Flavio o “il giocatore”?
Guarda, avrei preferito chiamarmi Kevin o Robby o Danny… ma come si dice? I nomi, purtroppo, non si scelgono.
Per che squadra tifi?
Non lo dirò mai!
*Ringrazio per l'immagine Carmela D'Errico. Il Flavio che avevo in mente era identico.
Sono stato meglio in passato. Sono stato meglio in questi 12 anni chiuso nel cassetto… cioè, nella memoria esterna dell’hard disk dove mi avevi relegato. Sì, stavo bene, ero tranquillo, mi godevo l’anonimato, la compagnia dei miei amici immaginari. Ora non saprei, mi sento stranamente sotto pressione, temo di fare le cose sbagliate, dire le cose sbagliate, deludere le persone che hanno creduto in me. Perciò sono nervoso, ho uno sfogo cutaneo su una mano, e mal di testa, sì, ho un mal di testa pazzesco. Non sono in forma, ma a quanto pare hai deciso di farmi giocare lo stesso, e be’ vedremo come andrà.
Ti presenti da solo o permetti che lo faccia io?
Faccio io. Tu hai fatto abbastanza danni. A sentire te sono fatuo, gaudente, debole di volontà e troppo serio. O era triste? Da qualche parte nel romanzo qualcuno dice questa battuta. Comunque… mi chiamo Flavio Attoma, ho… avevo circa 25 anni all’epoca in cui hai scritto la storia, visto che ne sono passati 12, adesso dovrei averne 37/38. Ma non funziona così o sbaglio? Ho sempre 25 anni, giusto? Sono alto, biondo e con gli occhi azzurri (questa è capitata, giuro, non ho potuto farci niente), fisico atletico (visto che sono un atleta)… Faccio il calciatore, gioco in una squadra di serie A (ma non so quale); sono nato al sud, in un piccolo paese senza nome dove però c’è sicuramente il mare, e mi sono trasferito in una grande città del centronord dove invece il mare non c’è. Che più? Ho una ragazza, o forse due. Amo da morire il calcio e sono felice solo quando posso giocarci. Possibilmente bene. Mi piace vincere, ho un rapporto controverso col telefono. Ah, e sono molto, molto pignolo.
Com'è stata l’esperienza di questo romanzo?
Traumatica. Mi sono sentito sezionato, osservato, giudicato. Ho avuto crisi di identità multiple. Sono cambiato molto. Sono cambiato spesso. Sono stato letteralmente messo in mezzo a situazioni grottesche, imbarazzanti, persino tragiche e me ne sono dovuto assumere la responsabilità anche se non era colpa mia. Cioè non sempre.
Com'è il stato tuo rapporto con gli altri protagonisti e quale tra loro è il tuo preferito?
Uhm… travagliato? Sai che, alla fine, non ho ben capito chi erano veramente gli amici e chi i nemici? Alcuni, devo dirlo, mi sono stati sulle balle fin dall’inizio, ma non fraintendermi, non è come sembra nel romanzo… per esempio, tra Cristiana e Lei, preferisco Cristiana, o Stella Milati, nemmeno Sabrina mi è dispiaciuta tanto, a essere onesto. Tra il mister Minarsi e il coach Valiani, preferisco quest’ultimo… Tra Bulli e Ghedin… preferisco Ghedin. Andrea è il personaggio migliore di tutti, lo vorrei come migliore amico nella vita vera. Se avessi una vita vera.
Qual è la parte del romanzo che ami di più?
Il finale… non vedevo l’ora di arrivarci!
La caratteristica del tuo personaggio che più ti piace e quella che invece detesti?
Detesto il fatto di pensare molto, anche perché credo che sia la causa delle mie emicranie. Invece mi piace… ah, no… non posso dire che non c’è proprio niente di me che mi piace, ma non vorrei sembrare troppo presuntuoso. Già sono alto, biondo e con gli occhi azzurri. E molto ricco. E molto figo. E ho una Porsche. Ecco, questa cosa della Porsche, anche se la maggior parte delle volte scrivevi porche – e per carità a me andavano bene anche le porche, non preoccupatevi – insomma ‘sta cosa della Porsche mi piace tantissimo.
Ma preferisci essere chiamato Flavio o “il giocatore”?
Guarda, avrei preferito chiamarmi Kevin o Robby o Danny… ma come si dice? I nomi, purtroppo, non si scelgono.
Per che squadra tifi?
Non lo dirò mai!
*Ringrazio per l'immagine Carmela D'Errico. Il Flavio che avevo in mente era identico.